La mosca dell’olivo Bactrocera oleae, presenta due tipi di simbiosi: una più stretta, con Erwinia dacicola, la cui presenza nel tratto alimentare permette la sopravvivenza delle larve giovani nelle drupe, e simbiosi occasionali con specie batteriche con cui viene a contatto sulle foglie d’olivo.
Il batterio Erwinia dacicola permette alle mosche di metabolizzare fonti di azoto altrimenti non disponibili e di conseguenza, la sua presenza si ripercuote beneficamente sulla vita degli adulti.
Per quanto riguarda le simbiosi temporanee, sembra che i batteri emettano sostanze odorose per attirare gli adulti. Batteri come Pseudomomas putida sono ricorrenti nel canale alimentare e sulle foglie dell’olivo.
Prove di laboratorio su mosche alimentate con batteri, hanno dimostrato effetti negativi sui maschi, ma un aumento della fecondità delle femmine, con un incremento medio del numero di uova deposte. Ulteriori studi hanno indicato Acetobacter tropicalis come principale simbionte della mosca delle olive.
Biosaggi comportamentali hanno evidenziato come le sostanze emesse da filtrati batterici emettano risposte positive negli adulti. Indagini morfologiche ed elettrofisiologiche hanno permesso l’identificazione di sensilli della mosca, presenti sulle antenne, sensibili a composti di origine batterica come il metil tiolacetato. Questi studi sono importanti per lo sviluppo di nuove strategie per il controllo della mosca dell’olivo.



