Gli Archeobatteri, isolati dagli ambienti sottomarini che sovrastano le sorgenti idrotermali profonde, da cui scaturisce acqua a 250-350°C suscitano un vivo interesse.
Questi microrganismi riescono a crescere e riprodursi a 121°C. Vivono quindi in condizioni proibitive, in particolare per l’assunzione dei nutrienti, metabolismo, replicazione degli acidi nucleici e crescita. Molti di essi sono anaerobi e dipendono dallo zolfo elementare e dallo ione ferrico che agiscono da ossidanti.
La stabilità degli enzimi è un fattore di importanza critica: alcune DNA polimerasi sono per propria natura stabili a 140°C mentre molti altri enzimi sono stabilizzati in vivo medianti termoprotettivi particolari.
Possono essere coinvolti con successo nella produzione del metano, estrazione e recupero dei metalli e nei sistemi a enzima immobilizzato.
La possibilità di sottoporre composti che a basse temperature non si trovano normalmente in soluzione a modificazioni stereochimiche selettive può fornire una indicazione per nuove vie di sintesi chimica diretta.
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