La protezione delle piante si basa principalmente sulla prevenzione riducendo in questo modo l’esigenza di effettuare trattamenti antiparassitari successivamente.
Ma come fare prevenzione?
– effettuando controlli frequenti delle piante per valutare le condizioni fitosanitarie
– utilizzando la pacciamatura
– salvaguardando elementi naturali come siepi, arbusti, muretti, strisce erbose, zone rifugio per gli animali e gli insetti utili
– riducendo gli stress da trapianto
– irrigazioni che non bagnino foglie e che non utilizzino quantità eccessive di acqua
– zappature periodiche per evitare il compattamento del suolo
– giuste distanze fra le piante
– lavorazioni del suolo con un giusto grado di umidità, evitando le fresature
– impiego di varietà rustiche, resistenti, autoctone, antiche
– rispetto degli avvicendamenti e stagionalità delle colture
– si a concimazioni organiche: humus, compost, letame
– si ai biostimolanti a base di alghe o ai macerati vegetali
– si al biocontrollo microbico e agli insetti antagonisti
– si alle barriere meccaniche naturali come film di roccia, oli vegetali, estratti repellenti
– assolutamente no ai diserbanti, insetticidi e anticrittogamici che creano danni nel medio e lungo periodo (il mio concetto di “cura” e “protezione” delle piante è diverso da questo modo di intervenire)
– applicare il concetto di rispettare gli ambienti così come sono, impattando il meno possibile, adottando metodiche sostenibili, invece di perseguire i concetti dell’agricoltura intensiva e della quantità a scopo della qualità
– salvaguardare gli ambienti invece che distruggerli per fini personali
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