L’apparato radicale nell’olivo

È caratterizzato da una distribuzione delle radici vicino alla superficie del terreno. Se deriva da seme germinato inizialmente produce un fittone che può raggiungere anche un metro di profondità; dopo qualche anno però predominano le radici laterali, il fittone si atrofizza e l’organo radicale risulta formato da radici avventizie nei primi 45-50 cm.

Negli olivi coltivati se derivati da seme rimane solo la prima parte del fittone, mentre gran parte del volume radicale è rappresentato dalle radici secondarie. Se l’olivo è derivato da talea il fittone invece non esiste.

Se il terreno viene gestito con lavorazioni periodiche in quello spessore non si può avere presenza di radici, se invece la superficie del suolo viene mantenuta a prato stabile le radici tendono a diffondersi vicinissime alla superficie stessa, cioè dove trovano le condizioni di vita migliori. Stessa cosa si verifica in caso dell’uso di diserbanti che distruggono il cotico erboso, venendo a mancare il microclima e l’ambiente ideale le radici si sviluppano meno e si riducono le performances di assorbimento di acqua e nutrienti.

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