La fissazione dell’azoto costituisce il primo anello del ciclo dell’azoto e porta ad un guadagno del tenore in azotato del terreno.
In condizioni naturali, questo processo, indispensabile per mantenere un adeguato livello azotato nel suolo, può contribuire anche nei terreni agrari in modo efficace al mantenimento dell’equilibrio e rappresenta una voce attiva del bilancio azotato.
La natura biologica del processo fu dimostrata nel 1888, in seguito furono scoperte ed isolate le prime specie fissatrici di azoto, cioè Clostridium pasteurianum ed Azotobacter chroococcum. Oggi sono note numerose specie azoto-fissatrici di batteri aerobi ed anaerobi, di alghe e di funghi (Nostocaceae, Rivulariaceae, Scytonemataceae, Stigonemataceae, Azotobacteriaceae, Pseudomonadaceae, Enterobacteriaceae, Achromobacteriaceae, Spirillàceae, Bacillaceae, Thiorhodaceae, Athiorhodaceae, Chlorobacteriaceae).
La fissazione dell’azoto molecolare nel terreno avviene per via aerobia ed anaerobia e l’assimilazione dell’azoto elementare viene distinta in azotofissazione libera operata da specie microbiche liberamente nel suolo e simbiotica operata da associazioni fra una pianta superiore ed un Microrganismo.
Uno speciale tipo di azotofissazione si incontra nella fillosfera (microflora delle foglie) e nella rizosfera, in cui i fissatori liberi possono svolgere intensa attività in cooperazione con le piante superiori, che forniscono i composti di carbonio con gli escreti fogliari e radicali.
#micronaturale #azotofissazione #batteri #alghe #funghi #simbiosi