Le falde hanno naturalmente una certa possibilità di autodepurazione, hanno cioè la capacità di rendere innocue le sostanze pericolose esistenti in natura, ma raramente possono intervenire su un variegato, ripetuto e diffuso inquinamento antropico.
I meccanismi principali di autodepurazione sono i seguenti:
– Meccanismi fisici: meccanismo fondamentale è la diluizione che diminuendo la concentrazione dell’inquinante ne diminuisce la pericolosità. Anche variazioni di miscibilita’ e di densità tendono a isolare l’inquinante e ad accellerarne il meccanismo naturale di sedimentazione. I fattori idrodinamici, con conseguenti differenze di velocità di trasporto delle acque degli inquinanti, hanno pure notevole influenza.
– Meccanismi chimici: a parte la demolizione chimica naturale delle sostanze inquinanti accellerata dal sole o dal calore, a cui spesso sono particolarmente sensibili gli inquinanti di origine organica, pure importanti sono le reazioni ioniche tra inquinanti e corpo del serbatoio, in particolare con le argille. Gli anioni come il cloro sono rapidamente e totalmente trasferiti dall’acqua stessa.
– Meccanismi biologici: si basano essenzialmente sulla biodegradazione a opera di microrganismi, che rappresentano un filtro biologico naturale in grado di rendere innocui i normali batteri patogeni nel giro di circa un mese. Anche qui ovviamente l’azione si sviluppa negli strati superficiali e può essere limitata da un’eccessiva concentrazione di inquinante.
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