Lo zolfo organico è in massima parte sotto forma di aminoacidi solforati liberi, di solfati organici, esteri solforici di glucidi e lipidi, zolfo organico legato alle frazioni umiche e minerali del terreno.
La mineralizzazione dello zolfo organico dà origine a solfuri, prodotti volatili intermedi, come mercaptani, in funzione degli agenti MICROBICI e delle condizioni ecologiche.
La formazione di solfuri a partire da zolfo organico può avvenire sia in aerobiosi che in anaerobiosi e si differenzia dalla riduzione dei solfati: gli agenti sono nel primo caso eterotrofi dei generi Pseudomonas, Proteus, Clostridium, Serratia, mentre nel secondo caso spp. di Desulfovibrio, e la riduzione dei solfati si svolge sempre in anaerobiosi con formazione di H2S attraverso reazioni di tipo chemiosintetico.
Lo zolfo mineralizzato dai Microrganismi va incontro a diverse trasformazioni ad opera di batteri, i quali possono utilizzarlo come donatore di H2 e sorgente di energia o agente riduttore nell’assimilazione della CO2 atmosferica, oppure come accettore di H2.
I solfobatteri sono responsabili di alcuni fenomeni di erosione a carico dei carbonati, cemento, monumenti in marmo. Dal punto di vista microbiologico il ciclo dello zolfo è importante quanto quello dell’azoto, ma dal punto di vista della fertilità l’effetto diretto è meno rilevante per le seguenti ragioni microbiologiche ed agronomiche:
– esigenze di zolfo minori di quelle azotate per le piante e i Microrganismi
– in vari terreni solfati e solfuri sono liberati dalla degradazione delle rocce
– notevoli quantità di composti volatili dello zolfo, derivati da combustioni di carbonio e petrolio possono essere apportate al terreno dalle precipitazioni, come può verificarsi diretta assunzione da parte della pianta e del terreno via atmosfera
– la riduzione dei solfati richiede condizioni più riducenti rispetto la denitrificazione e si realizza in terreni sommersi.
#micronaturale #zolfo #microrganismi #mineralizzazione #organico