Il polline è la polvere fecondante del fiore. Estremamente fina e di struttura granulare, si trova contenuta nelle antere degli stami. Poco abbondante nei fiori ermafroditi (aventi cioè stami e pistilli), sovrabbonda invece in quelli unisessuali maschili (che possiedono soltanto gli stami e non i pistilli).
Esaminando il polline alla lente si noto’ che a seconda della provenienza i granuli erano di forma diversa e in base a questo aspetto era possibile determinare il fiore che li aveva prodotti.
I granuli pollinici umettati con acqua si gonfiano e si aprono lasciando sfuggire un liquido oleoso detto “fovilla”.
Il granulo pollinico è costituito da due involucri: uno esterno relativamente spesso e duro è capace di determinare le diverse forme dei granuli pollinici; l’altro sottilissimo è sempre di uguale forma, qualunque sia l’origine del granulo.
Sì è potuto constatare che la “fovilla” contiene acqua,zucchero e materie azotate.
Sotto l’influenza dell’umidità del pistillo il granulo pollinico si gonfia e scoppia in un punto, formando un sottilissimo tubo, che permette il passaggio della fovilla fino all’ovario, nel quale penetrando per capillarità raggiunge gli ovuli che vi sono contenuti (fecondazione).
Il polline contiene: acido malico, fosfati di calcio e di magnesio, materia albuminosa secca.
È indispensabile alle api che allevano la covata per la nutrizione delle larve ed utilissimo alle produttrici di cera, per la elaborazione di questa sostanza.
La quantità di polline raccolta da una famiglia è molto importante, la sua mancanza al momento dell’allevamento della covata, può determinare la perdita di tutto un apiario.
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