Dr. Domenico Prisa
La mosca delle olive è un dittero della famiglia Tephritidae, a cui appartengono specie per la maggior parte carpofaghe.
In tutti gli areali olivicoli le larve si alimentano della polpa delle drupe
dell’olivo coltivato (O. europaea ssp. europaea); nel Bacino del Mediterraneo anche dell’olivastro (O. europaea
ssp. oleaster) e, nell’Africa subsahariana e in alcune regioni dell’Asia, anche della sottospecie cuspidata. Alla luce di
tali riscontri, oggi la mosca delle olive può essere quindi considerata specie monofaga.
La simbiosi batterica
La scoperta della simbiosi batterica nella mosca risale agli inizi del secolo scorso con le note ricerche del microbiologo italiano Lionello Petri. Lo scienziato descrisse, per la prima volta, un adattamento morfologico a carico del primo tratto del sistema digerente atto a contenere e a far riprodurre un batterio che l’autore isolò e descrisse come Pseudomonas savastanoi, agente della rogna dell’olivo (Petri, 1909). In effetti nel capo della mosca si trova una struttura specializzata della parte anteriore del canale alimentare (bulbo o diverticolo esofageo) in cui possono essere presenti diverse specie batteriche. Tra queste, Candidatus Erwinia dacicola rappresenterebbe la specie principale, simbionte della mosca (Capuzzo et al., 2005), mentre altri batteri, assunti direttamente dall’ambiente esterno, costituiscono fondamentalmente una fonte proteica per gli adulti. Erwinia dacicola una volta moltiplicatosi nel bulbo,forma piccole masse che transitano lungo il canale alimentare e, nelle femmine, si deposita sulla parte esterna dell’uovo. Qui con un meccanismo non ancora noto, giunge nel canale alimentare delle giovani larve che, grazie alla presenza del batterio, riusciranno a utilizzare le proteine della polpa delle drupe. I batteri quindi rivestono un ruolo importante per la mosca in quanto utili come alimento (Sacchetti et al., 2008) e necessari per i processi digestivi nelle larve giovani. L’interruzione della batterio simbiosi nella mosca mediante sostanze antibatteriche può quindi costituire un mezzo alternativo ai tradizionali insetticidi.
Prove sperimentali
Attualmente sto valutando in vitro alcuni ceppi di Pseudomonas sp. che sembrano interferire col meccanismo di riproduzione di Erwinia dacicola. Infatti i ceppi di Pseudomonas spruzzati sulle uova non permettono lo sviluppo di Erwinia e bloccano in questo modo anche il ciclo di sviluppo di Bactrocera olea.
Attualmente due ceppi in particolare sembrano interessanti da questo punto di vista.
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