La grande biodiversità del regno vegetale e le numerose specie in grado di svilupparsi anche su terreni contaminati e di accumulare metalli pesanti nei loro tessuti rendono la fitoestrazione una valida alternativa ai trattamenti fisici e termici. Sono state individuate specie particolarmente promettenti, appartenenti ai generi Helianthus annuus (girasole), Brassica (piante erbacee comprendenti specie molto diverse tra di loro, quali ad esempio la senape, la rapa e il cavolo), Salix (salice), Populus (pioppo), Lupinus albus (lupino bianco), Pteris vittata (pteride a foglie lunghe), Zea mays (granoturco). Tutte le specie selezionate si sono già dimostrate in grado di estrarre ed accumulare nelle radici e nelle foglie quantità significative dei diversi metalli, con efficienze variabili dal 35% al 40% a seconda del metallo considerato. È possibile ipotizzare che in campo, dopo 4-5 successivi cicli stagionali (variabili in funzione della pianta utilizzata) si possa raggiungere il 100% di fitoestrazione della frazione metallica biodisponibile.
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