Le diatomee, direttamente e indirettamente, hanno un’importanza economica per l’uomo. Esse costituiscono gran parte del fitoplancton delle zone più fredde dell’Oceano, e rappresentano la fonte di cibo più importante per i pesci e gli altri animali marini.
Non è insolito che 1 litro di acqua di mare contenga quasi un milione di diatomee. Sono anche estremamente importanti per il ciclo biochimico del silicio e per il loro contributo alla fissazione del carbonio.
Quando le diatomee muoiono, le loro frustole affondano. Poiché la parte silicea della frustula non degenera dopo la morte della cellula, le frustule delle diatomee tendono ad accumularsi sui fondali degli ambienti acquatici. Sì formano così depositi di materiale chiamati terra di diatomee.
È un ingrediente attivo in molte preparazioni commerciali, compreso i detergenti, lucidanti abrasivi, svernicianti, oli decoloranti e deodoranti e fertilizzanti. La terra di diatomee è anche molto usata come agente filtrante, come componente degli isolanti e prodotti per l’insonorizzazione acustica, e come additivo alle vernici per migliorare la visibilità notturna dei segnali e targhe automobilistiche.
Le diatomee sono usate anche come indicatori della qualità dell’acqua e del livello di tolleranza dell’inquinamento.
La terra di diatomee può essere utilizzata anche per il controllo degli insetti, in quanto ne riesce a degradare lo strato di cera esterno, causando la disidratazione e la morte (nei miei protocolli la terra di diatomee viene abitualmente utilizzata per il controllo della mosca dell’olivo, delle tignole, afidi, cocciniglie e in questo momento sto effettuando dei test sulla cimice).
Gli insetti non sono in grado di sviluppare resistenza contro la terra di diatomee, che può essere così somministrata al pollame, bestiame e animali domestici senza effetti collaterali.
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