Nella coltivazione delle piante erbacee è talvolta utile eseguire la cimatura, operazione che consiste nel sopprimere con le unghie di due dita, un getto terminale, oppure la scacchiatura nella quale si sopprimono invece i getti laterali. Esempio tipico della necessità di eseguire tali operazioni è la coltivazione del crisantemo a grande fiore.
Naturalmente non tutte le piante reagiscono in egual modo, e l’applicazione soprattutto della cimatura presuppone una buona conoscenza della specie ed anche della varietà coltivata.
Si cima di solito una pianta, annuale, biennale o perenne che sia, per farla accestire (es. garofano), per costringerla a fiorire sopra i getti secondari che portano fiori più belli (es. crisantemo), per formare alberelli (es lantana, pelargonio), per ottenere piante nane più decorative in aiuole (es. begonia, ageratum).
Per contro non si possono cimare le piante che danno nel loro getto terminale la fioritura migliore (es. Delphinium).
Non bisogna confondere la cimatura con la ripulitura delle piante a fioritura conclusa. Tale ultima operazione è spesso consigliabile, specie su piante perenni erbacee, sia per stimolare una seconda fioritura (es. campanula, Leucanthemum) sia per sollecitare un buon accestimento autunnale della pianta e prepararla alla fioritura dell’anno successivo
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