La bioestrazione consiste nell’impiego dei microrganismi che ricavano acidi da composti sulfurei ridotti, allo scopo di creare ambienti acidi che solubilizzano metalli desiderati per il recupero.
Con questo metodo si recuperano i metalli dai minerali e dagli scarti minerari, in cui la concentrazione dei metalli è troppo bassa per un’estrazione mediante fusione.
La bioestrazione effettuata mediante popolazioni naturali di specie simili a Leptospirillum, Thiobacillus thiooxidans, e tiobacilli affini permette di recuperare fino al 70% del rame contenuto nei minerali a basso tenore.
Oppure il basidiomicete Phanerochaete chrysosporium in grado di degradare benzene, toluene, etilbenzene, xileni, composti clorurati come il TCE e i triclorofenoli.
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