Il batterio Wolbachia pipientis è quasi sconosciuto, ma questa rickettsia infetta più organismi di ogni altro organismo. Si stabilisce nel citoplasma degli animali senza causare alcun danno apparente.
Questo endosimbionte è un vero maestro nel manipolare la biologia riproduttiva degli ospiti. In alcuni casi è in grado di cambiare il sesso del microrganismo infettato. La Wolbachia si trasferisce da una generazione dell’ospite alla successiva attraverso le uova delle femmine.
Negli anni ’70 fu notato che se una vespa infettata con Wolbachia si accoppia a con una femmina non infetta, solo un numero molto limitato della prole riusciva a sopravvivere. Al contrario se le femmine infette si accoppiavano con il maschio sia infetto, sia non infetto tutte le uova erano vitali e infettate da Wolbachia.
Solo negli anni ’90 è stato chiarito questo meccanismo di incompatibilità citoplasmatica. Con vari coloranti i ricercatori sono riusciti a visualizzare la fertilizzazione delle uova di vespa, scoprendo che l’ incompatibilità citoplasmatica non era causata da tossine.
Quando uno sperma infetto feconda uova non infette, i cromosomi dello sperma cercano di allinearsi con quelli dell’uovo nel momento in cui i suoi cromosomi sono confinati nel pronucleo. Queste uova si dividono come se non fossero mai state fecondato e sviluppano maschi. I cromosomi si sviluppano normalmente se l’accoppiamento avviene tra un maschio e una femmina infetta: tutta la progenie mostra una distribuzione normale tra i sessi ed è infettata da Wolbachia.
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