Una possibile strategia di decontaminazione biologica di suolo e acqua……
Che cosa sono le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) ?
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono sostanze chimiche di sintesi utilizzate principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti; sono ampiamente utilizzate in applicazioni civili ed industriali.
I due composti chimici appartenenti a questo gruppo più usati sono l’acido perfluoroottanoico (PFOA) e l’acido perfluoroottansulfonico (PFOS).
Valutazione dei nutrienti e delle temperature più idonee al lavoro dei microrganismi
Le sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) sono composti chimici di sintesi utilizzati in molteplici applicazioni industriali e in prodotti di largo consumo, già a partire dagli anni Cinquanta. Sono usati principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua diversi materiali, quali tessuti, tappeti, carta, rivestimenti di contenitori per alimenti, nonché come emulsionanti e tensioattivi in prodotti per la pulizia, insetticidi, schiume anti-incendio, vernici. Questi composti sono altamente persistenti nell’ambiente, con una rilevante capacità di diffusione nell’ambiente idrico.
Le principali ricerche sull’uomo sono state condotte negli Stati Uniti, nell’ambito del cosiddetto C8 Health Project, che ha riguardato circa 70.000 persone esposte a PFAS tramite l’acqua potabile in Ohio e in West Virginia. Nel 2012 i ricercatori (C8 Science Panel) hanno concluso, sulla base dei propri risultati, di altri studi presenti nella letteratura scientifica e della revisione dei dati tossicologici, che esiste un’associazione probabile tra esposizione a PFOA e ipercolesterolemia, ipertensione in gravidanza e pre-eclampsia, malattie della tiroide e alterazioni degli ormoni tiroidei, colite ulcerosa, tumore del rene e tumore del testicolo.
La sperimentazione del dr. Prisa ha previsto l’inoculazione nell’acqua coi PFAS di microrganismi in varie concentrazioni e determinate sostanze nutrienti.
La strategia utilizzata è stata quella della Bioconfusione…ossia mettere una concentrazione del nutriente che I microrganismi utilizzano per alimento…e mentre mangiano degradano il contaminante che non riconoscono.
Dopo un mese di sperimentazione le analisi hanno evidenziato i seguenti risultati:
Trattamento | Microgrammi/litro (prima) | Microgrammi/litro (dopo) |
Controllo acqua inquinata | 44.7 | 44.7 |
Acqua inquinata + 5% Ema | 44.7 | 0.76 |
Acqua inquinata + 10% Ema | 44.7 | 0.40 |
Possibili impieghi di tale strategia da parte dei comuni cittadini, che potrebbero utilizzare i microrganismi nei pozzi, sui terreni, nelle fosse biologiche.
Utilizzo da parte dei comuni negli acquedotti o nei depuratori e nelle zone da bonificare.
Utilizzo da parte delle industrie che prima di scaricare i loro rifiuti speciali potrebbero trattarli direttamente in loco.
Ottimo risultato. Con quello che è successo nel veneto, questa scoperta sarà di sicuro un valido aiuto nel trattamento delle acque
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