La parola “propoli” deriva dal greco pro che significa “davanti” e polis che significa “città”, in base al fatto che questo prodotto spesso viene accumulato all’ ingresso dell’alveare, strategia utilizzata dagli insetti per ridurne le dimensioni e permettere una più facile difesa della colonia dai fattori biotici e abiotici.
La propoli è una sostanza resinosa, gommosa, balsamica, prodotta dalle piante, per proteggere gli organi più delicati come le gemme a fiore e gli apici vegetativi. Dopo averla raccolta le api, la lavorano impastandola con le secrezioni (cera e saliva) e la portano all’alveare incastrandola nelle zampe posteriori.
Le piante che vengono maggiormente visitate dalle api per la raccolta della propoli sono: pioppo, betulla, ontano, carpino, platano, prugno, ciliegio, abete, pino, olmo, salice, quercia. E lo fanno ad inizio primavera, fine estate e autunno, soprattutto nelle ore più calde della giornata, in quanto le sostanze resinose diventano più malleabili.