Sono piante grasse quelle in cui uno o più organi sono atti a trattenere il liquido per mezzo di un tessuto speciale. La pianta ha la capacità di immagazzinare in tale tessuto riserve d’acqua, quando abbonda, e di attingervi il necessario, quando manca.
Gli inglesi le chiamano succulents, cioè succulente, succose. In francese si chiamano plantes grasses, come in italiano, ad indicare come certe parti della pianta siano rigonfie, per contenere lo speciale tessuto spugnoso capace d’immagazzinare l’acqua.
Il tessuto si trova nello stelo, o fusto, oppure nelle foglie; pertanto le piante grasse si dividono in due grandi categorie: quelle a serbatoio nel fusto e quelle a serbatoio nelle foglie.
Ma quella di immagazzinare l’acqua per poi usarla nei periodi di siccità, non è la sola caratteristica delle piante grasse. Esse presentano anche varie differenze esterne che impediscono l’eccessiva perdita di umidità per traspirazione, quella che normalmente, nelle piante comuni, avviene attraverso i fori capillari delle foglie detti stomata (dal greco bocca).
In molte piante grasse, come nella maggior parte dei cactus, Delle stapeliadi e Delle euforbie, il numero degli stomata è drasticamente ridotto perché mancano le foglie e le loro normali funzioni vengono espletate dal fusto. Oltre che dalla riduzione del numero di stomata, l’evaporazione dell’acqua viene ostacolata anche da uno strato di materiale ceroso, spesso di colore azzurro Glauco, da uno spesso strato di una specie di farina bianca come in Dudleya, oppure da un intreccio più o meno fitto di peli o spine.
La capacità Delle piante grasse di sopravvivere anche se non vengono curate per considerevoli periodi di tempo, è una Delle ragioni che le rendono particolarmente adatte all’ornamento degli appartamenti.
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