+ Per la possibilità di poter completare il proprio ciclo vitale
+ Per la disponibilità di carbonio organico fornito dalla pianta. Molti funghi non sono in grado di utilizzare i polimeri naturali, la simbiosi garantisce un apporto continuo di carboidrati.
Effettuando sperimentazioni con isotopi si nota il passaggio del carbonio organico dalla pianta al fungo
+ Disponibilità di vitamine prodotte dalle piante
Interessante è l’uso di piante micorrizate nel fitorisanamento, di suoli contaminati da metalli e inquinanti organici, grazie la maggior tolleranza delle piante micorrizate agli inquinanti tossici.
Studio da anni questa possibilità, quando si utilizzano determinati consorzi microbici, la prima cosa da valutare è se realmente sono ceppo- specifici per la pianta in questione, perché le piante per un meccanismo di difesa e di vantaggio evolutivo e sopravvivenza, non fanno colonizzare i propri apparati radicali da tutti i ceppi microbici.
Spesso quando si fanno gli inoculi, la pianta è già colonizzata da altro già presente nel suolo e il biofertilizzante che viene inserito non svolge la sua funzione.
Inserire consorzi MICROBICI nell’Agricoltura di oggi serve principalmente a riportare in equilibrio delle situazioni del suolo, che l’eccessivo uso di prodotti chimici sta alterando. Diciamo che si perde la biodiversità, in quanto alcuni ceppi microbici si avvantaggiano dall’uso di determinate sostanze (minerali e organiche) e soppiantano quelli che crescono più lentamente.
Inoculare periodicamente può servire a ripristinare delle colonie microbiche che col tempo in un determinato suolo sono andate perse, con le relative alterazioni che ci possono essere sul terreno e sulle piante
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