La coltivazione micronaturale del nocciolo

E’ originario dell’Europa e dell’Asia minore. E’ stato coltivato fin dall’antichità e già dopo l’ultima glaciazione colonizzava le terre emerse, anche se la corilicoltura professionale nasce solo alla fine dell’’800. La produzione è concentrata nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: Turchia, Italia, Spagna, Grecia e Francia. La coltivazione si sta estendendo nell’America del Sud (Cile e Argentina) e nei Paesi dell’ex-Unione Sovietica, in particolare in Georgia. Negli Stati Uniti, soprattutto in Oregon, si coltivano varietà “da tavola”. Presentano frutti di grossa dimensione; il gheriglio non si fa tostare, ma si consuma direttamente come le noci. La Turchia, con circa 700 mila tonnellate, è il primo produttore mondiale (70%). E’ evidente che il prezzo di riferimento internazionale delle nocciole dipende direttamente dalle fluttuazioni produttive e dalle esportazioni della Turchia. L’Italia è il secondo produttore, con 100-125 mila tonnellate. La qualità delle nocciole italiane è riconosciuta a livello internazionale. In particolare le varietà a frutto tondo, come la Tonda gentile trilobata in Piemonte e la Tonda gentile romana nel Viterbese, rappresentano eccellenze qualitative, che ne determinano un prezzo a sé. I maggiori utilizzatori di nocciole sono gli Svizzeri (2 kg/persona/anno), che le utilizzano come ingrediente per il cioccolato.

Il nocciolo è una specie monoica: i fiori maschili sono distinti da quelli femminili, anche se sono presenti sulla stessa pianta. Quelli maschili sono raggruppati in una infiorescenza a forma di spiga pendula, di nome amento. I fiori femminili si formano sui rami di un anno, alla base degli amenti. I fiori maschili producono il polline che, trasportato dal vento, si posa sugli stimmi dei fiori femminili. Le varietà di nocciolo sono autoincompatibili, vale a dire che il polline non è accettato dai fiori femminili della stessa varietà. Inoltre molte varietà sono tra di loro interincompatibili. Ogni varietà ha quindi un suo elenco di impollinatori, che devono essere disposti nell’impianto per assicurare un’adeguata impollinazione – fecondazione – fruttificazione.

In queste sperimentazioni è stata valutata la possibilità di ovviare ai prodotti chimici utilizzando tecniche innovative naturali basate su film protettivi, microrganismi e estratti-induttori di resistenza delle piante. I risultati confermano l’efficacia di queste tecniche.P1020421.JPGDiapositiva1Diapositiva2Diapositiva3Diapositiva4Diapositiva5Diapositiva6Diapositiva7Diapositiva8Diapositiva9Diapositiva10Diapositiva11

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